Chi siamo
Tra i primi confratelli si annovera anche Giovanni Spadolini, all’epoca direttore de Il Resto del Carlino.
“In studio, in mensa, Bononia docet”
L’atto ufficiale risale al 24 ottobre 1965, con la fondazione della “Confraternita del Tortellino” davanti al notaio Gallerani, a Bologna. La scelta di dare vita ad una nuova confraternita tra buongustai fu stimolata dalle diatribe, comparse negli anni ’60 sui giornali locali, con le quali si metteva in dubbio l’autentica gloria della cucina petroniana, insinuando anche dubbi sull’origine bolognese del Tortellino. Modena nel frattempo si faceva avanti accaparrando qualche ragione di precedenza. Questo stato di cose disturbava alcuni buongustai e in particolare Giovanni Poggi, un industriale dedito nel tempo libero alla diffusione della tradizione culinaria bolognese. Fu lui, insieme ad un gruppo di amici a dar vita alla Confraternita, con il motto: “In studio, in mensa, Bononia docet”.
Lo scopo statutario era “l’interesse per la cucina Bolognese in particolare, e dell’Emilia Romagna in generale, difendendo e diffondendo le più antiche ricette gastronomiche, soprattutto quella del Tortellino, l’immagine più autentica della cucina e della cultura Bolognese”. Così infatti si esprimeva Poggi: “Da epoche immemorabili, attraverso storie e leggende, Bologna è nota quale creatrice del tortellino né vi sono dubbi in proposito”.
La “Confraternita” ebbe un’intensa attività fino alla morte del suo ideatore e di Alessandro Cervellati, suo fido cantore, che descrisse il Tortellino “come rapporto di amorosi sensi fra un fatto gastronomico e l’avvenenza femminile”.
L’attività della Confraternita ebbe una vita effervescente fino alla scomparsa dei due più agguerriti propugnatori, con gli anni la polvere cominciò a seppellire gli intendimenti e i progetti. Fu così che, al ristorante Diana, alcuni amici buongustai decisero di dare nuova vita alla “Confraternita del Tortellino” per contrastare la nascita del fast food, sinonimo di grande cambiamento nell’affrontare il cibo e nello stare insieme e nel contempo per il desiderio di ritrovarsi attorno ad un tavolo per ricordare ciò che Giovanni Poggi e i primi confratelli avevano fatto per la gastronomia bolognese e per contrastare le brutture gastronomiche ponendo un punto fermo nella storia della cucina italiana e della tradizione. Il 14 giugno 1988 un nuovo “Dotto Concistoro Aureo” dopo 22 anni dal lontano 1965 diede nuova forza alla Dotta riprendendo una vita effervescente.
I confratelli di questo Concistoro furono: Franco Biso, Maurizio Campiverdi, Gianfranco Cavina, Michele Degli Oddi, Ivo Galletti, Bruno Lamberti e Gaetano Piana.
In questa riunione furono subito delineati programmi, con la premessa di cooptare nuovi membri per consentire alla Confraternita di darsi una struttura operativamente più funzionale ed adeguata ai tempi, sempre ispirati al concetto originale della promozione e difesa del Tortellino Bolognese e dell’immagine della cucina bolognese. Furono decise in particolare due riunioni gastronomiche l’anno che dovevano avere “tono qualificato e di prestigio, con pieno rispetto della ricercatezza”. In questi incontri conviviali, in ossequio allo statuto, il Tortellino, nei suoi aspetti più genuini e tradizionali, doveva sempre apparire come il piatto principale. La Confraternita oggi non solo ripropone le tesi di Poggi e di Cervellati, ma anche reagisce alla scarsa cultura culinaria dilagante, che propone variazioni aberranti come il tortellino affogato fra vongole, nero di seppia e ragù. Ecco perché l’opera della Dotta Confraternita, data la decadenza delle tradizioni, è quanto mai necessaria e anche piccole variazioni del ripieno sono motivo di dotte discussioni.
Le proposte della Confraternita sono orientate a dibattere problematiche inerenti la tradizione culinaria di Bologna e siamo convinti che questo sia un modo piacevole e intelligente per fare cultura a tavola. Questa è la filosofia della Dotta e anche le riunioni del Dotto Concistoro Aureo sono portate ad approfondire ulteriormente i valori tradizionali della gastronomia bolognese.
In questi anni di rivoluzioni, tra piatti ridondanti di sughi e intingoli, il Tortellino riesce sempre a galleggiare sul suo brodo fumante a dispetto di ogni burrasca e a mettere d’accordo modernisti e tradizionalisti.
Se vi sembra poco?
La “Dotta” partecipa a tavole rotonde, convegni e dibattiti, a viaggi e manifestazioni particolari su argomenti culinari. Inoltre organizza nel corso dell’anno sociale un minimo di due manifestazioni conviviali alle quali partecipano, oltre ai Soci, i parenti, gli amici e le autorità locali.
Il 21 settembre 2013, in occasione del XLVIII anniversario della fondazione della Confraternita ed in occasione dell’evento dal titolo “Il Tortellino fra le paste ripiene della Via Emilia da Parma a Imola”, evento tenutosi in San Giorgio a Poggiale, in Bologna, la Dotta Confraternita ha ricevuto il riconoscimento della Medaglia Presidenziale, la cui immagine è visibile qui sotto.
L’Associazione ha come scopo principale di offrire agli esponenti dello studio, dell’arte e del lavoro la possibilità di stabilire contatti reciproci, intesi a rivalutare e promuovere il prestigio della cultura cittadina e in particolare a ravvivare l’interesse per la cucina Bolognese, diffondendo e difendendo le più autentiche ricette gastronomiche in particolare quella del Tortellino in brodo, che viene assurto a simbolo della Bolognesità.